sei di vada se...

lunedì 3 maggio 2010

La prefazione di Roberto Diddi


   Quando parlando con Ermanno, sono venuto a conoscenza del fatto che aveva scritto un libro non sono rimasto sorpreso perché tante altre volte aveva dimostrato la sua voglia di intraprendere azioni al di fuori del suo normale schema di vita.
     La sorpresa l’ho avuta fin dalla lettura delle prime pagine del romanzo. Non ho la presunzione di poter giudicare, non sono un critico letterario ma sono un lettore, e da lettore affermo che lo scritto corre fluido e che da subito avrei voluto conoscere l’intera storia.
     Vivendo in una città di mare, ho piena coscienza dell’importanza che hanno le estati dei giovani studenti. Sono stagioni vissute completamente, ventiquattro ore su ventiquattro ed ognuna di esse viene ricordata con affetto.
    Ma esistono alcune estati più importanti delle altre e quella del passaggio dalle medie alle superiori è la capofila. Ecco, un merito che do ad Ermanno è quello di avermi fatto tornare adolescente ed immerso nella lettura del suo racconto, ho ripercorso con simpatia ma senza nostalgia, la mia adolescenza.
  L’estate è una stagione magica, tutto ha un sapore diverso, sbocciano amori si consolidano o si interrompono amicizie, si fanno cose che non è possibile fare nelle altre stagioni, insomma, si vivono esperienze mai ripetitive e che rimangono nel cuore formando i caratteri; mai come in estate i ragazzi sono veramente sé stessi.
    Quella raccontata da Ermanno è una lunga parentesi che si apre e si chiude con la fine e l’inizio della scuola. Emblematica in tal senso è l’ultima pagina del libro che però non sto a raccontare perché altrimenti……….non vale, e quindi, bando alle ciance, pronti e via alla lettura in attesa di sapere da Ermanno…………….cosa accade da ottobre a maggio.