Intanto, gustatevi la presentazione
dell’autore… a breve e a puntate, l’intero romanzo “da giugno a
settembre”.
Presentazione
dell’autore
Il
contenuto di questo, chiamiamolo, romanzo non è totale frutto della mia
fantasia. Ho preso le basi da reminescenze di quando, quattordicenne, ero
protagonista della vita del paese di residenza, ho usufruito della prima serata
da “adulto” ed ho fatto gli esordi nel mondo del lavoro. I luoghi in cui si
svolge la vicenda e molti dei personaggi che ne sono protagonisti sono spesso
riconducibili alla realtà tuttavia ho dato fondo alla mia fantasia per
ambientarli e farli muovere in quello che è stato il regno della mia infanzia e
della mia adolescenza. Ricordo volentieri, e con un po’ di nostalgia, gli
episodi che hanno caratterizzato l’estate in questione e mi sono divertito a
stravolgerli fino a svilupparli presuntuosamente in venti capitoli che mi auguro
non ti annoino. Chiunque si riconosca in queste pagine, per favore, faccia finta
di niente e sappia che, qualsiasi interpretazione egli dia a questo scritto, non
è stata mia intenzione recare offesa a nessuno, in particolar modo alle persone
che mi sono state più vicine in quel periodo favoloso.
Mai e
poi mai mi sarei sognato, in passato, di prendere l’impegno di scrivere più di
trecento pagine di seguito: l’italiano ed io abbiamo un conto in sospeso fin
dalle elementari e niente potrà mai appianare le nostre divergenze. Un bel
giorno di qualche tempo fa, senza un motivo apparente, mi sono trovato a
tempestare di battute una tastiera che trasferiva sul monitor parole e frasi in
sequenza fino a generare quello che, pretenziosamente, adesso considero il primo
capitolo del mio, ridiciamo così, romanzo. Le parole si susseguivano sul monitor
a velocità supersonica e mi stupivo della facilità con cui riempivo le pagine di
Microsoft Word. Il tutto è volato fuori della tastiera del computer come una
colomba dal nido in una mattinata tiepida di primavera ed è stato semplicissimo
salvarlo sulla mia cartellina dell’hard disk, prima con titoli ingannevoli, allo
scopo di distogliere chiunque avesse provato la curiosità di ficcarci il naso, e
finalmente da giu a set, con l’abbreviazione del titolo definitivo. Dopo il
primo, il secondo capitolo è stato uno scherzo, il terzo è venuto
automaticamente e così via finché non ho chiuso la parentesi di quell’estate a
dir poco entusiasmante (e non vi dico come, per non anticipare il
finale).
Mi
chiedo se mai avrò il coraggio di farmi avanti con qualcuno di veramente
competente in materia per scoprire l’effettivo valore di questo scritto, ma una
cosa è certa: la soddisfazione personale di aver messo su carta una parte della
mia vita, pur volontariamente fiorettata da episodi di genuina fantasia, mi
rende estremamente felice, pur consapevole di non aver fatto niente
d’importante.
Ti
prego, chiunque tu sia, un amico, un parente, un conoscente o un semplice
sconosciuto, di non considerarmi un presuntuoso: ho solo dato sfogo ad un impeto
di cui non mi so dar ragione.
Ho
stampato queste pagine da uno dei computers sui quali metto le mani, attraverso
una delle stampanti che vi sono installate: laser o a getto d’inchiostro non ha
importanza. Poi lo ho rilegato artigianalmente e lo sottoporrò all’esame di chi
avrà voglia di darmi soddisfazione, con preghiera di restituirmelo in ogni caso,
qualunque sia il giudizio, in quanto esemplare unico. Poi vedremo. Forse lo
rileggerò, da vecchio, magari sul divano, di fianco alla mia adorata,
prendendomi in giro per il tempo sprecato a comporre questa cosa. Ma forse no!
Ebbene: non lo considero per nulla tempo sprecato ed è in questo contesto che ti
esorto, o lettore, ad avere la pazienza di arrivare fino in fondo, prima di
emettere un parere, che sia pur severo.
Grazie per la
pazienza.
P.S.: Ah! Dimenticavo. Ogni scritto che si
rispetti, specialmente quello di esordio, deve essere dedicato a qualcuno ed io
non posso certo essere da meno. Dedico questa “cosa” a coloro che hanno avuto
un’importanza fondamentale nella mia vita di bambino, di ragazzo, di adulto e
di… un po’ più che adulto. Loro lo sanno.
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